Paolo Villaggio (1932 – 2017), genovese, è stato uno degli uomini di spicco nella Cultura italiana. Attore versatile, si è emancipato dal sottomesso Giandomenico Fracchia e dal ragionier Ugo Fantozzi, personaggi che lo hanno reso celebre, per interpretare ruoli maturi e drammatici, sotto la regia di Federico Fellini (La voce della luna), Lina Wertmuller (Io speriamo che me la cavo), Ermanno Olmi (Il segreto del bosco vecchio) e Gabriele Salvatores (Denti). In teatro, con la regia di Giorgio Strehler ha recitato il ruolo di Arpagone nell’Avaro di Molière (1996) e ha portato in scena il monologo autobiografico Delirio di un povero vecchio, poi Serata d’addio e Una vita all’asta, liberamente ispirate ad opere di Anton Cechov, e L’ultima fidanzata, tratta da L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello. Tra i numerosi riconoscimenti, il David di Donatello come miglior attore protagonista, il Leone d’Oro alla carriera, il Nastro d’Argento come migliore attore protagonista, il Pardo d’Onore alla carriera e il David di Donatello alla carriera. Nel 1995 è stato insignito dell’Onoreficenza di Commendatore della Repubblica. Oltre ad essere attore, doppiatore, commediografo e regista, si dimostra un bravo scrittore, pubblicando opere in cui spicca la componente satirica.
Per Morganti editori ha scritto La fortezza tra le nuvole (2011).
Paolo Villaggio