Carnia, 1532. Pre’ Michele Soravìto è stato mandato dal Vescovo nel paese di Cescláns, in Carnia, ufficialmente per sostituire il prete del paese andato in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Ufficiosamente, si trova in Carnia come punizione al suo reiterato peccato di gola. Il goloso prete, lontano dall’amico speziale Martino e dalla fornita dispensa della sua canonica di pianura, trova il tempo per iniziare a scrivere un primo diario, in cui, in prima persona, racconta al Buon Dio e all’angelo custode che con pazienza lo ascoltano, la sua vita presente e passata. È un diario che gli assomiglia: scrive di cibo e regala ricette, filosofeggia sulla vita, offre pillole di sacra saggezza cristiana e racconta, come in uso nel Rinascimento, brevi facezie, spiritose e dense di morale. Questo primo diario, ritrovato dallo scrittore Paolo Morganti nella polverosa soffitta della parrocchia di Cescláns, è stato da lui rivisto e corretto per i moderni palati letterari.