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Per scrivere questo libro Carlo Sgorlon selezionò 39 fiabe, recuperandole dal ricco patrimonio etnografico e folklorico del Friuli Venezia Giulia. Le tradusse e le accomodò secondo la propria cifra stilistica.
Lo scrittore lavorò a questa raccolta agli inizi degli anni Ottanta, scegliendo tra vari autori, fra cui Dolfo Zorzut, Caterina Percoto, Luigi Gortani, Mario Cossar, che a loro volta ‘raccolsero’ le versioni locali delle storie da informatori e cercandone le fonti nel patrimonio culturale regionale (Cantarutti, D’Orlandi, Ostermann, Ciceri etc) e internazionale. La preziosità del libro non sta solo nel contenuto delle storie in sé e nella loro impronta sgorloniana, ma anche nel fatto che dimostrano come le ‘versioni’ regionali abbiano radici antiche e lontane.
Si parte dalla Grecia classica e dal Meridione d’Italia, spartendo temi e figure con le storie raccolte altrove dai fratelli Grimm e da Charles Perrault, nate in varie parti d’Europa e dell’Oriente, addirittura presenti in Africa e nei paesi Baltici. Fiabe tradotte dall’arabo e arrivate in Europa attraverso i traffici commerciali, per fiorire e modificarsi nel Medioevo e nel Rinascimento.
Orchi, fate, maghi, animali straordinari, santi che accompagnano il Cristo, diavoli tentatori, re e principesse sono i protagonisti di un mondo fiabesco che insegna da sempre all’umanità a credere nel meraviglioso: questo perché le fiabe sono una cosa seria e non appartengono ad una sola terra.